Limone sul Garda

Volete un’idea per un weekend di primavera al profumo di limone? Vi portiamo nel paese più settentrionale al mondo in cui si possono coltivare i limoni

Limone sul Garda, un tempo terra confine (lat. limen) tra Brescia e il vescovado di Trento, si affacciata sul suggestivo lago di Garda ed è caratterizzata da profumatissime colture di limoni.

Sapevate che fino agli anni trenta – anno in cui venne costruita la strada Gardesana – la località era praticamente isolata?
Ebbene sì, era raggiungibile solo via lago o attraversando i monti. Si racconta che è proprio questo il motivo per il quale gli abitanti della cittadina bresciana sono tra i più longevi. Sembra, infatti, che l’isolamento abbia favorito la forma mutata di una apolipoproteina che riduce il rischio di arteriosclerosi e disturbi cardiovascolari. A noi comunque è sorto il dubbio che dietro a questo primato ci sia il limone

I limoni di Limone sul Garda

Il clima mite – anche in inverno – della cittadina sul Garda ha favorito la coltivazione della pianta del limone. Il frutto esperidio viene coltivato in apposite serre costruite sui terrazzamenti della montagna circostante, una tecnica per proteggere la pianta dai freddi venti di maestrale.

Le storiche limonaie, patrimonio agrario e architettonico oggi in restauro conservativo, sono caratterizzate da pilastri in muratura allineati e da un sistema di irrigazione ingegnosissimo. Tra le limonaie storiche dovete assolutamente visitare la limonaia del Pra dela fam a Tignale, quella del Tesöl del 1740, quella del Castèl addossata alle rocce della Mughéra, o la limonaia di Villa Borghi dei primi del Novecento. Pensate che anche Goethe, durante il suo tour italico rimase impressionato dai paesaggi e dai limoni della località lacustre.

La Leggenda

Si racconta che la ninfa Fillide e il dio Benaco ebbero due figli gemelli: Limone e Grineo.
Grineo per volontà paterna sarebbe diventato un pescatore mentre Limone un agricoltore. Ma si sa, i giovani, anche nella mitologia, poco assecondano le volontà genitoriali.
I due semidei infatti amavano dedicarsi alla caccia e fu proprio durante una battuta di caccia che Limone venne ucciso da un cinghiale. La madre disperata si appellò al marito per riportare in vita con un sortilegio il figlio, cosa che accadde. Fu così che Limone, una volta ritornato in vita, per assecondare le volontà paterne, si stabilì in una dolce insenatura di montagna riparata dai venti, curando la coltivazione del frutto che da lui poi prese il nome, il limone.